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Breccia di Porta Pia

Questo tratto delle Mura Aureliane è stato oggetto di evidenti restauri a seguito dell’apertura del varco, la storica “breccia”, che portò all’annessione di Roma allo Stato italiano. Il 20 settembre 1870 furono sparati dei colpi dalle batterie e venne ordinato l’assalto dei bersaglieri che varcarono la cinta muraria prendendo possesso della città. L’evento è ricordato da tre lapidi in marmo poste sul tratto ricostruito delle mura e da una colonna commemorativa sormontata da una Vittoria alata, opera di Giuseppe Guastalla.

Villa Bonaparte

La proprietà, a ridosso delle Mura Aureliane nel tratto di corso d’Italia tra piazza Fiume e Porta Pia, è costituita da una splendida villa con parco arricchito da fontane, quinte scenografiche e piante esotiche. Nata come complesso settecentesco voluto dal cardinale Silvio Valenti Gonzaga, divenne nel 1816 la residenza di Paolina Borghese, sorella di Napoleone Bonaparte. Alla sua morte cadde in stato di abbandono. Subì anche dei danneggiamenti a seguito degli scontri della breccia di Porta Pia del 1870. Nel 1906 fu venduta al governo prussiano e ne divenne la sede dell’ambasciata presso la Santa Sede. Assegnata alla Francia nel 1945 con la confisca dei beni del Terzo Reich, dal 1950 ospita l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede.

Stemma di Giulio II

Stemma attestante i lavori del pontefice Giulio II Della Rovere.

Necessarium

Lungo il circuito delle Mura Aureliane vennero predisposte, ogni 100 passi, delle latrine ad uso dei militari di guardia. Sul tratto delle Mura che affaccia su piazza Fiume è possibile riconoscerne una, un necessarium, realizzata nei primi anni del IV secolo d.C.

Sepolcro di Sulpicio

Con la demolizione dell’antica Porta Salaria nel 1870, inglobati nella torre orientale della porta, si rinvennero due sepolcri: uno edificato con grossi blocchi di peperino e un secondo, di epoca domizianea, costituito da una base di travertino e da un’ara marmorea con rappresentazione in altorilievo di un fanciullo togato. Dalle iscrizioni il sepolcro è stato attribuito a Quinto Sulpicio Massimo, bambino prodigio, compositore di poesie. I due sepolcri sono oggi visibili all’interno dell’area archeologica posta a via Piave angolo via Sulpicio Massimo. Qui sorge anche un piccolo edificio in stile tardo medievale e rinascimentale, appoggiato al lato interno delle Mura Aureliane, realizzato su progetto di Gian Giacomo Ferrari tra il 1928 e il 1937.

Porta Salaria

Si tratta di una porta delle Mura Aureliane che oggi non esiste più, ma che era stata edificata a cavallo dell’omonima strada che anticamente giungeva in Sabina ed era utilizzata per il trasporto del sale verso le regioni interne della penisola. Con Aureliano la porta era ad un solo fornice con due torri semicircolari ai fianchi. Con Onorio le torri furono rialzate e la parte inferiore venne rivestita con blocchi di travertino. A questo periodo forse risalgono anche una controporta interna e una camera di manovra. In età moderna la porta venne pesantemente danneggiata durante la presa di Roma del 1870. Si procedette alla demolizione e fu sostituita nel 1873 da una nuova porta progettata da Virginio Vespignani. Nel 1921 la porta fu rimossa per facilitare la viabilità del quartiere, ma oggi è ancora possibile osservare la planimetria della porta di Aureliano riprodotta nella pavimentazione di piazza Fiume con elementi lapidei in granito rosa.

Tomba di Cornelia e sepolcreto Salario

Gli interventi urbanistici e l’intensa attività edilizia della Roma post unitaria permisero il rinvenimento di numerosi resti funerari antichi nell’area tra Porta Pinciana e Porta Salaria, ovvero la porzione di territorio compresa tra il tracciato della via Salaria Vetus e la via Salaria. Si trattava di un sepolcreto già esistente prima della costruzione delle Mura Aureliane. Non vennero mai eseguiti degli scavi sistematici, ma nel 1886 E. Gatti propose di attribuire le numerose epigrafi funerarie provenienti dalla zona ad un’unica necropoli. Le prime testimonianze sono fatte risalire alla fine dell’ottavo secolo a.C. e si è riscontrata una continuità di frequentazione fino alla tarda età imperiale. In occasione della demolizione dell’antica Porta Salaria venne alla luce la tomba, attribuita da un’iscrizione a Cornelia, figlia di L. Scipione e moglie di Vatieno. Oggi il sepolcro è collocato ad ovest di piazza Fiume, a ridosso delle Mura Aureliane.

Palla di cannone

Palla di cannone murata, testimonianza bellica dell’assedio del 1870.

La Scuola d’Arte Educatrice

Questo tratto delle Mura Aureliane ospita dalla fine dell’Ottocento La Scuola d’Arte Educatrice fondata da Francesco Randone (1864-1935). La scuola oggi conserva testimonianze storiche e artistiche di grande interesse riguardanti l’arredo originario e un’esposizione di lavori dell’artista e dei suoi allievi. Randone fu nominato nel 1894 Conservatore delle Mura e lo studio fu un punto d’incontro per letterati e artisti dell’epoca. Tra questi si ricordano Giacomo Balla, Giovanni Prini, Ettore Ximenes, Maria Montessori e altri.

Fons Ludovisia

All’altezza del varco sulle Mura Aureliane in corrispondenza di via Abruzzi, in una nicchia ricavata proprio sul taglio delle Mura è stata predisposta una piccola fontanella all’inizio del secolo scorso, la Fons Ludovisia. Decorata in stile eclettico con una composizione a intarsio, pilastrini in peperino e una vaschetta in travertino, la fontanella è alimentata dall’acqua Marcia.

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