Le mura dividono per circa tre chilometri e mezzo il Municipio I dal XII e XIII, partendo da Porta Portese per giungere attraverso Porta San Pancrazio nei pressi di Porta Cavalleggeri.
La zona di porta Portese, posta a pochi metri dall’odierno ponte Sublicio (1), è la più bassa dell’intero tracciato, in quanto, subito dopo l’intersezione con viale Trastevere, inizia la salita del colle del Gianicolo. Il cantonale del primo bastione sul Tevere è ben visibile dalla sottostante banchina sul fiume. A fianco della porta si trova un fornice aperto per il traffico veicolare e uno più piccolo per quello pedonale.
Lungo il tratto costeggiato da viale delle Mura Portuensi fino a largo Bernardino da Feltre, dove probabilmente incrociava l’antico tracciato di Aureliano, le Mura sono abbastanza visibili, sia pure schermate in alcuni punti da capannoni e recinzioni.
In epoca umbertina, nel 1891, per l’apertura di viale Trastevere (già viale del Re) (2), le Mura vennero demolite, pertanto nulla rimane del terzo bastione. Procedendo lungo la salita di viale Aurelio Saffi il muro torna ad essere visibile dopo alcune basse costruzioni addossate sulla destra.
La cinta muraria continua a salire molto ripida e dopo un breve tratto in direzione sud, dove è visibile un crollo avvenuto nel 1984, il muro piega bruscamente costeggiando la strada che da qui prende il nome di viale delle Mura Gianicolensi.
Il circuito è nuovamente godibile per la maggior ampiezza stradale: tutto il tratto di muro da qui fino circa a porta San Pancrazio è un susseguirsi di lapidi di Urbano VIII e segni più o meno visibili di restauri (biffe, rattoppi, tracce di cedimenti e crolli) che evidentemente si protrassero almeno fino al 1861: è il tratto più pesantemente danneggiato dalle vicende belliche del 1849.
Sul fianco sinistro del quinto bastione una targa coronata da stemma di Pio IX testimonia i lavori ottocenteschi di restauro.
Per tutto questo primo tratto, fino all’incrocio con via Fratelli Bonnet, il lato interno del muro è occupato dall’area di Villa Sciarra.
A ridosso del fianco sinistro del settimo bastione sono stati aperti negli anni Venti su via Fratelli Bonnet due moderni fornici per ragioni di viabilità.
Nel punto più elevato delle mura, isolata per motivi di viabilità, si trova la porta San Pancrazio, ricostruita nel 1854 dall’architetto Virginio Vespignani (una lapide testimonia l’intervento).
A sinistra della porta sul fianco ritirato del nono bastione si apre la Passeggiata del Gianicolo, realizzata nel 1888, che costeggia le mura fino quasi all’undicesimo bastione. In questa porzione non esistono più i parapetti delle mura, abbattuti per la realizzazione della Passeggiata. Tutto il tratto successivo è fiancheggiato dallo stretto viale delle Mura Aurelie, che segue le Mura in modo alquanto tortuoso, costeggiando inizialmente la Passeggiata del Gianicolo in leggera discesa per poi scendere più velocemente in corrispondenza di varie proprietà della santa Sede. Questo tracciato presenta caratteristiche diverse, sia dal punto di vista storico (non ha subito i danni dei bombardamenti e degli assalti), sia dal punto di vista paesaggistico (il pendio piuttosto scosceso non ha consentito uno sviluppo edilizio nelle immediate vicinanze).
Lungo tutto quest’ultimo tratto verso porta Cavalleggeri sono collocati 12 stemmi di Urbano VIII e 3 di Pio IX.
Il muro di Urbano VIII termina unendosi al bastione fatto costruire da papa Pio V nel 1568 all’altezza dell’attuale palazzo di Propaganda Fide, poco prima di raggiungere largo di Porta Cavalleggeri. L’attacco al tracciato leonino è difficilmente percepibile in quanto l’angolo di unione è all’interno di una proprietà della Santa Sede, mentre la porzione della faccia del bastione di Pio V si può riconoscere nell’ultimo tratto del viale, dove compare sul cantonale l’imponente stemma del pontefice. La percezione della continuità da viale delle Mura Aurelie al torrione di porta Cavalleggeri è oggi perduta per la cesura determinata dal traforo Principe Amedeo Savoia duca d’Aosta, costruito tra il 1938 e il 1942.