Il Bastione ardeatino che, rafforzò il sistema difensivo della città in età rinascimentale, sostituì le mura per una lunghezza di circa 400 m, comportò il taglio della fortificazione di Aureliano, l’abbattimento di 8 torri e la distruzione dei porta Ardeatina. L’opera, commissionata nel 1537 da papa Paolo III Farnese a Antonio di Sangallo il Giovane, nasceva dall’esigenza di rafforzare la cinta muraria in vista di una concreta minaccia turca dal mare dopo lo sbarco della flotta saracena in puglia. Il Bastione si configura come una delle opere più significative dell’architettura militare del XVI secolo, nonostante la sua incompletezza. Per adeguarsi alle armi nuove furono necessari muri a scarpa, bastioni mistilinei e angolati per controllare tutti i lati. Sangallo individuò quello dell’Aventino, primo bersaglio di un eventuale attacco dal mare, come uno dei tre punti strategici su cui lavorare. L’ingente sforzo economico, realizzato con i proventi della tassa sulla farina, impose l’abbandono del progetto già nel 1542, ciò comportò inevitabilmente la progressiva rovina dell’infrastruttura.