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Il serbatoio idrico

In via Eleniana, tra porta Maggiore e la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, fu eretto nel 1933 su progetto dell’architetto Raffaele de Vico un serbatoio idrico. La costruzione del manufatto rientrava in un programma di riorganizzazione degli impianti idrici della città, finalizzati alla pulizia delle strade e all’innaffiamento dei giardini pubblici. La cisterna, alimentata dall’Acquedotto Pio Marcio e con una capacità di 2000 mc di acqua, doveva servire i quartieri Appio-Latino, Prenestino-Labicano, Tuscolano e Tiburtino, per una superficie totale di 140.000 mq. La realizzazione dell’opera fu affidata alla ditta dell’ingegnere Rodolfo Stoelker, specializzata nell’esecuzione di impianti in cemento armato. Terminati i lavori delle apparecchiature tecniche, de Vico iniziò la costruzione del “raccoglitore”, ispirato ad elementi architettonici e decorativi desunti dalla vicina porta Maggiore e dal sepolcro del fornaio Eurisace. De Vico disegnò infine anche due fasci littori in travertino collocati sugli spigoli del prospetto principale, rimossi alla caduta del regime fascista.

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