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L’ Anfiteatro Castrense

Sulla piazza di Santa Croce in Gerusalemme si affaccia l’Anfiteatro Castrense, il monumentale edificio per spettacoli eretto da Elagabalo (118-222) nelle proprietà imperiali dei Severi.

L’Anfiteatro ospitò giochi di belve e gladiatori solo per pochi decenni, perché nel 271 Aureliano inglobò l’edificio nel circuito difensivo della città, chiudendo gli archi di accesso e fortificando l’ultimo piano. Divenne poi una roccaforte a difesa del palazzo imperiale in cui risiedette Elena, madre di Costantino e il suo perimetro fu più volte preso a bersaglio durante le invasioni di Goti e Vandali. Come racconta Procopio, sembra che proprio qui Vitige re dei Goti avesse aperto una breccia durante l’assedio di Roma del 537, nel punto in cui le Mura sembravano più espugnabili. Tra il 1555 e il 1556, per timore di nuove minacce militari, papa Paolo IV demolì i due piani superiori dell’Anfiteatro, lasciando al monumento l’aspetto che tuttora possiede. Quando, per interessamento diretto del cardinale Carlo Borromeo, nel 1561 al posto dei monaci certosini subentrò nella basilica l’ordine dei Cistercensi di Lombardia, lo spazio un tempo occupato dall’arena ospitò l’orto del convento e dal 2004, un giardino. L’Anfiteatro è oggi accessibile su richiesta. L’ingresso è stato impreziosito con una porta in schegge di vetro colorato realizzata dall’artista Jannis Kounellis. 

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