Porta Nomentana

Al momento della costruzione delle mura, porta Nomentana doveva essere uno degli accessi di seconda classe, a cavallo della via omonima: un percorso di origine remota che collegava Roma con il territorio laziale di confine e con la Sabina.

Il prospetto originario doveva essere in travertino ad unico fornice con due torri ai lati: a destra una tipica torre semicircolare su base quadrata con scala interna; a sinistra una torre quadrangolare costituita dal precedente monumento sepolcrale di Quinto Aterio (oratore che visse alla corte di Tiberio), di cui oggi è apprezzabile il solo nucleo in cementizio nel quale sono inglobati blocchi di travertino; questi elementi, in origine, avevano la funzione di favorire l’adesione del rivestimento in blocchi dello stesso materiale. Il riutilizzo di monumenti preesistenti è un fenomeno ben attestato nelle Mura Aureliane: ciò permise di completare il progetto più velocemente e di risparmiare materiale edilizio. 

Quando a metà del Cinquecento Pio IV Medici decise di costruire un nuovo e monumentale ingresso alla città (Porta Pia), Porta Nomentana fu ristrutturata. Sulla nuova porta venne apposto lo stemma del papa, al secolo Giovanni Angelo Medici, e l’iscrizione “PIUS IIII MEDICES/MEDIOLAN PONT/MAX ANN [SAL]/M. D. LX IIII”. Dopo poco tempo andò in disuso e fu chiusa con un muro di tufi e marmi di riuso. 

In questo tratto le Mura fanno da confine all’Ambasciata del Regno Unito, estesa all’interno della città, nell’area già occupata da Villa Torlonia, in precedenza proprietà della famiglia Costaguti.

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