Itinerario 8. Mura Vaticane

Le Mura Vaticane, intervallate da torri e baluardi cinquecenteschi, si snodano per circa tre chilometri intorno al colle omonimo.

Lungo il versante settentrionale esse corrono senza significative alterazioni da piazza Risorgimento, costeggiano il cosiddetto bastione di Michelangelo su via Leone IV, salgono per viale Vaticano per poi ridiscendere, fiancheggiando il confine del XIII Municipio, fino a piazza di porta Cavalleggeri. Non più conservato, invece, il tratto della fortificazione riconducibile al pontificato di Pio IV Medici (1559-1565) sul versante settentrionale da piazza Risorgimento fino a Castel Sant’Angelo, demolito negli ultimi anni dell’Ottocento.

All’interno del rione Borgo è ancora preservato il tratto delle mura leonine – conosciuto anche come Passetto di Borgo – che nell’ampliamento di Pio IV venne inglobato nella nuova cinta vaticana, perdendo la sua funzione difensiva.

Partendo dal piazzale di porta Angelica in corrispondenza dei due fornici sul passetto delle mura di Leone IV, si procede costeggiando il muro di cinta della città del Vaticano e si supera l’ingresso di porta Sant’Anna dove è ancora visibile il seicentesco affresco della Madonna con il Bambino e Sant’Anna.

Costeggiando sul marciapiede le mura, poco più avanti è possibile vedere i frammenti di porta Angelica qui ricollocati dopo la demolizione del tratto settentrionale della cinta di Pio IV.

Su via Leone IV, in corrispondenza con viale del Vaticano, si erge il maestoso bastione rinforzato da blocchi in travertino, attribuito a Michelangelo con lo stemma d’angolo del pontefice Paolo III Farnese a cui si deve l’impresa.

Dopo l’antico ingresso ai Musei Vaticani con l’ampio portale d’accesso, opera dell’architetto e ingegnere Giuseppe Momo (1875-1942), coronato dallo stemma di Pio XI (1932) e dalle statue raffiguranti Michelangelo e Raffaello, la strada continua a salire. Il marciapiede si restringe, rendendo più difficile la visita. Su questo tratto bastionato sono collocati lapidi e iscrizioni che ricordano ricostruzioni e restauri di questa porzione di mura.

Nel punto più elevato è collocata la porta Pertusa. Da qui in poi il tracciato comincia a ridiscendere, seguendo alla sinistra la via Aurelia.

Superato l’attraversamento dei binari della ferrovia di San Pietro, il cui ingresso all’interno della Città del Vaticano è sormontato dallo stemma di Pio XI, si può vedere porta Fabbrica. La porta, aperta in corrispondenza della sagrestia di San Pietro, oggi murata e parzialmente interrata, è così chiamata perché funzionale all’ingresso al cantiere della Basilica, come conferma anche la presenza dello stemma della potente istituzione della Reverenda Fabbrica.

Chiudono il percorso i frammenti della porta Cavalleggeri inglobati nel muro di cinta, dopo la sua demolizione avvenuta nel 1890. In questo tratto si scorge il torrione di Niccolò V e, poco più avanti, si intravedono le fortificazioni delle mura gianicolensi.

A porta Cavalleggeri le mura vaticane si inerpicano sul colle di confine con il Gianicolo, oggi attraversato dal traforo Principe Amedeo di Savoia-Aosta. In questo punto, nel 1527, entrarono i Lanzichenecchi in occasione del Sacco di Roma .

La cinta ridiscende, quindi, verso porta Santo Spirito, alla quale si può accedere più agevolmente costeggiando il Colonnato di San Pietro e svoltando per l’Ospedale del Santo Spirito.

Le antiche mura leonine, non più funzionali dopo l’ampliamento voluto da Pio IV, sono sopravvissute, pur con le alterazioni dovute all’apertura dei fornici, nel Corridore, conosciuto anche come Passetto di Borgo, interamente percorribile nel fronte interno da via di porta Angelica fino a Castel Sant’Angelo.

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