Le Mura Urbaniane

Le Mura Urbaniane furono realizzate nel 1642 da papa Urbano VIII Barberini quando, a causa della guerra di Castro, fu necessario proteggere l’area del Gianicolo, che in parte si estendeva al di fuori dell’antica cerchia delle Mura Aureliane. Il progetto venne affidato al cardinale Vincenzo Maculano da Fiorenzuola coadiuvato dall’architetto Marcantonio De Rossi e fu concluso nel 1644, sotto il pontificato di Innocenzo X Pamphilj. 

Il sistema difensivo, lungo circa tre chilometri e mezzo, prende inizio nei pressi di porta Cavalleggeri in Vaticano, proseguendo nella parte più scoscesa del colle verso porta San Pancrazio, l’antica porta Aurelia. Le mura scendono poi velocemente verso porta Portese (spostata più a nord rispetto all’antica porta Portuensis). 

Il progetto delle mura asseconda le pendici occidentali del Gianicolo con un muro dalla linea bassa e massiccia: una successione di bastioni con orecchioni e fianchi ritirati basati sul sistema della difesa radente, con casamatte nei fianchi e troniere nei parapetti. Realizzate in muratura a cortina laterizia a scarpa, le mura presentano una decorazione lineare costituita da una cornice a toro, zoccoli, cordoni e cantonate in travertino e targhe marmoree con i bassorilievi dello stemma papale, coronato da triregno e chiavi. Nelle cortine di unione sono presenti le posterule, anch’esse in travertino, coronate da stemmi papali. Soprattutto per il tratto di mura verso porta Portese vengono utilizzati i materiali provenienti dalla demolizione di alcuni tratti delle mura aureliane posti fuori dal nuovo pomerio. 

Le mura rimasero sotto la giurisdizione della Reverenda Camera Apostolica fino al 1847 quando Pio IX con Motu Proprio ne affidò la custodia e la gestione al Comune di Roma. Danneggiate dai bombardamenti delle truppe francesi durante la Repubblica Romana del 1849, furono sottoposte a partire dalla metà dell’800 a un radicale restauro da parte degli architetti Luigi Poletti e Virginio Vespignani.

Con l’Unità d’Italia la cinta perse dapprima la sua funzione difensiva, in seguito quella daziaria ed infine venne in più punti sacrificata per l’apertura di varchi necessari alle rinnovate esigenze di viabilità della Capitale. 

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