In piazzale Labicano, sul fronte esterno delle Mura Aureliane, a sinistra di porta Maggiore, si trova una lapide in marmo che ricorda i restauri promossi da papa Gregorio XVI (1831-1846) nel decimo anno del suo pontificato. I lavori, compiuti a scopo difensivo, liberarono la porta di Aureliano dalle superfetazioni delle epoche successive. Essi previdero anche il restringimento dei fornici e l’innalzamento di un muro merlato, che oggi non vediamo perché fu rimosso nel 1915, nel corso di alcuni lavori di sistemazione dell’area condotti dal Comune di Roma. L’aspetto della porta, antecedente alle trasformazioni ottocentesche, è restituito dalle rappresentazioni grafiche storiche, tra cui le celebri incisioni di Giovanni Battista Piranesi e Giuseppe Vasi.
La lapide, con un’iscrizione scarsamente leggibile, recava in origine la seguente dicitura: S.P.Q.R./QUI TRASFERITA DALLA VICINA PORTA PRENESTINA/RESTITUENDO ALL’ANTICA FORMA/I FORNICI DI CLAUDIO/MCMXVI.
Nella medesima circostanza Gregorio XVI fece apporre una seconda iscrizione in onore degli imperatori Arcadio e Onorio, che agli inizi del V secolo avevano ricostruito la porta nella sede attuale, conservando le fondazioni della struttura precedente. La lastra con l’iscrizione rubricata in nero, si trova in piazzale Labicano, inserita nel tratto di Mura Aureliane a sinistra di porta Maggiore ad un’altezza da terra di circa 65 centimetri.


2. Lapide Gregorio XVI (1836-1840)
