Con la demolizione dell’antica Porta Salaria nel 1870, inglobati nella torre orientale della porta, si rinvennero due sepolcri: uno edificato con grossi blocchi di peperino e un secondo, di epoca domizianea, costituito da una base di travertino e da un’ara marmorea con rappresentazione in altorilievo di un fanciullo togato. Dalle iscrizioni il sepolcro è stato attribuito a Quinto Sulpicio Massimo, bambino prodigio, compositore di poesie. I due sepolcri sono oggi visibili all’interno dell’area archeologica posta a via Piave angolo via Sulpicio Massimo. Qui sorge anche un piccolo edificio in stile tardo medievale e rinascimentale, appoggiato al lato interno delle Mura Aureliane, realizzato su progetto di Gian Giacomo Ferrari tra il 1928 e il 1937.

