Nel XII secolo, quando papa Callisto II decise di utilizzare l’arcata di porta Metronia per condurre l’acqua Mariana all’interno della cinta, si aprì la strada al proliferare dei fenomeni di contrabbando. Era molto facile, infatti, trasportare le mercanzie dentro barili e, con l’aiuto della corrente, evadere i balzelli della cinta daziaria che le Mura marcavano. Fu quindi necessario dotare il passaggio di una robusta grata, una ferratella, che ha originato il nome della via, per arginare i fenomeni di contrabbando. Nei primi decenni del Novecento, le arcate delle Mura Aureliane lungo via della Ferratella divennero ricovero per i bisognosi e gli indigenti della città, spesso immigrati da altri luoghi d’Italia. La sistemazione di alloggi di fortuna -realizzati talvolta da soli teloni addossati alle Mura con un po’ di lamiera- accostati gli uni agli altri, formò un vero e proprio villaggio degradato e maleodorante, anche per la presenza delle acque stagnanti e paludose dei canali di irrigazione deviati dalla limitrofa marrana. Tra il 1925 e il 1930, furono condotti lavori di riqualificazione dell’area e fu livellata la strada interna, che assunse l’antico nome di via della Ferratella, fino ad allora attribuito all’asse viario principale, poi intitolato all’Amba Aradam.

