Itinerario 5. Da porta Latina a porta S. Paolo / 751
Itinerary 5. From Porta Latina to Porta S. Paolo / 753
Stemma lapideo di Alessandro VII (1655-1667)
Lo stemma marmoreo di Alessandro VII documenta il restauro del XVII secolo realizzato con laterizi di recupero di varie misure, disposti in modo disordinato su file ondulate. Nella parte inferiore la cortina laterizia presenta restauri del XIX secolo, alle estremità ci sono zone di muratura intonacata. Sulla parte alta restauri moderni. Sul lato interno delle mura la cortina laterizia è onoriana con feritoia entro una nicchia, rivestita di mattoni a spina di pesce nella calotta.
Stemma lapideo di Alessandro VII (1655-1667)1. Stemma lapideo di Alessandro VII (1655-1667)
Stemma marmoreo di Pio IX (1846-1878)
Lo stemma marmoreo e l’iscrizione di Pio IX testimoniano un restauro del XIX secolo.
Stemma marmoreo di Pio IX (1846-1878)1. Stemma marmoreo di Pio IX (1846-1878)
Cortina con decorazioni di Onorio
Il tratto presenta le murature di Aureliano e di Onorio, su questa è ancora visibile una palmetta fatta con i mattoni che fa parte di quei disegni (palmette e raggiere) e simboli cristiani (croci) eseguiti dagli operai durante la costruzione delle mura all’epoca di Onorio. I calchi di queste decorazioni sono conservati al Museo delle Mura. Sono leggibili sul prospetto anche tracce di merlatura di Aureliano.
Cortina con decorazioni di Onorio1. Cortina con decorazioni di Onorio
Torre poligonale
La torre ha forma poligonale, per la maggior parte è costituita da muratura di restauro moderno (1975) tranne su un lato che conserva un tratto di probabile età di Aureliano.
Torre poligonale1. Torre poligonale
Stemma Lapideo Pio IV
Lo stemma marmoreo testimonia un restauro di Pio IV (1560-65).
Stemma Lapideo Pio IV 1. Stemma Lapideo Pio IV
Stemma lapideo e iscrizione in mattoni. Nicolò V (1447-1455).
Lo stemma papale e la sottostante iscrizione eseguita con i mattoni: N P P V, documentano l’ intervento di restauro di Papa Niccolò V (1447-1455). Nella parte superiore si conservano feritoie di forma quadrata, così trasformate nella seconda metà del 1800.
Stemma lapideo e iscrizione in mattoni. Nicolò V (1447-1455).Restauro di Nicolò V. Feritoie quadrate1. Stemma lapideo e iscrizione in mattoni. Nicolò V (1447-1455). 2. Restauro di Nicolò V. Feritoie quadrate
Tracce di merli di aureliano chiusi dalla sopraelevazione di Onorio.
Superato il Bastione Ardeatino due campate del prospetto esterno delle Mura conservano la muratura di Aureliano con tracce della merlatura che in seguito scomparve con la sopraelevazione delle mura eseguita da Onorio. Nella parte bassa della prima campata la cortina di Aureliano poggia su un restauro del XIX, riconoscibile per l’uso di mattoni di colore giallo chiaro, l’accuratezza della tecnica e la stuccatura in superficie dei letti di malta. Nella campata successiva in basso si apprezza un grosso tratto in blocchi di tufo di riutilizzo, con l’inserimento di file di mattoni per livellare i piani di posa, è riconducibile ad un restauro di età medievale.
Tracce di merli di aureliano chiusi dalla sopraelevazione di Onorio.Restauro medievale in blocchi di tufo di riutilizzo1. Tracce di merli di aureliano chiusi dalla sopraelevazione di Onorio. 2. Restauro medievale in blocchi di tufo di riutilizzo
Bastione Ardeatino
Il Bastione ardeatino che, rafforzò il sistema difensivo della città in età rinascimentale, sostituì le mura per una lunghezza di circa 400 m, comportò il taglio della fortificazione di Aureliano, l’abbattimento di 8 torri e la distruzione dei porta Ardeatina. L’opera, commissionata nel 1537 da papa Paolo III Farnese a Antonio di Sangallo il Giovane, nasceva dall’esigenza di rafforzare la cinta muraria in vista di una concreta minaccia turca dal mare dopo lo sbarco della flotta saracena in puglia. Il Bastione si configura come una delle opere più significative dell’architettura militare del XVI secolo, nonostante la sua incompletezza. Per adeguarsi alle armi nuove furono necessari muri a scarpa, bastioni mistilinei e angolati per controllare tutti i lati. Sangallo individuò quello dell’Aventino, primo bersaglio di un eventuale attacco dal mare, come uno dei tre punti strategici su cui lavorare. L’ingente sforzo economico, realizzato con i proventi della tassa sulla farina, impose l’abbandono del progetto già nel 1542, ciò comportò inevitabilmente la progressiva rovina dell’infrastruttura.
Bastione Ardeatino Bastione Ardeatino. Stemma Paolo III1. Bastione Ardeatino 2. Bastione Ardeatino. Stemma Paolo III
Latrina pensile
Oltrepassata via Cristoforo Colombo, in prossimità della prima torre sul lato esterno si conserva una latrina pensile, molto restaurata, con le mensole di travertino che la sorreggevano.
Latrina pensile1. Latrina pensile
Via Cristoforo Colombo. Prospetto esterno fornici moderni
Il tratto di mura che attraversa Via Cristoforo Colombo è stato distrutto per l’apertura di quattro grandi arcate che permettono il passaggio del traffico veicolare. I lavori, iniziati nel 1939 per il progetto della via dell’Impero che doveva collegare Roma con il quartiere espositivo E42 (EUR) e con il mare, si sono conclusi negli anni ‘50. Ben visibili sono sul prospetto esterno l’impronta di una torre abbattuta e sul lato interno i 12 archi del camminamento coperto di Onorio.