Itinerario 5. Da porta Latina a porta S. Paolo / 751
Itinerary 5. From Porta Latina to Porta S. Paolo / 753
Restauro con stemma ed epigrafe di papa Innocenzo X (1644-1655) prima del crollo del 2001
La sera del 15 aprile 2001 si verificò il crollo di una porzione delle Mura, circa 12 metri di lunghezza, nel tratto compreso tra porta S. Sebastiano e via Cristoforo Colombo tra le torri.
Il cedimento interessò essenzialmente la cortina in laterizio opera di Innocenzo X Pamphili (1644-1655), precariamente ammorsata al nucleo originario della muratura di Aureliano e di Onorio. Il tratto di camminamento accessibile dal Museo delle Mura venne chiuso al pubblico e l’Amministrazione Capitolina provvide al restauro.
Lo stemma e l’iscrizione, posti a memoria dell’intervento effettuato da Innocenzo X e recuperati dopo il crollo, sono esposti all’interno del Museo.
Restauro con stemma ed epigrafe di papa Innocenzo X (1644-1655) prima del crollo del 2001Restauro a seguito del crollo del 20011. Restauro con stemma ed epigrafe di papa Innocenzo X (1644-1655) prima del crollo del 2001 2. Restauro a seguito del crollo del 2001
Stemma di papa Alessandro VII
Lo stemma marmoreo testimonia il restauro di questo tratto di Mura dovuto all’intervento di Alessandro VII (1655-67)
Stemma di papa Alessandro VII1. Stemma di papa Alessandro VII
Portale con cornice in travertino
Sul lato esterno delle Mura, accanto alla torre occidentale di porta San Sebastiano è ben visibile un portale con cornice di travertino. La soglia, della quale non rimane traccia, era posta a quota più alta rispetto al tracciato originario della via Appia. Lo sbocco del passaggio all’interno delle Mura è quasi completamente nascosto dal terrapieno moderno.
Fonti iconografiche e studi stilistici consentono di datare la realizzazione e l’utilizzo di questo portale, e dei due analoghi di porta Ostiense e porta Tiburtina, tra gli ultimi decenni del XV secolo e l’inizio del XVI. La loro costruzione va probabilmente messa in relazione con i giubilei che portavano in città un notevole afflusso di pellegrini, per i quali sarebbero stati aperti questi “passaggi pedonali”.
L’apertura fu certamente murata già nel XVI secolo.
Portale con cornice in travertino.1. Portale con cornice in travertino.
Arcangelo Michele, graffito su porta Appia
Sullo stipite interno del passaggio è incisa in caratteri gotici un’iscrizione in latino che ricorda lo scontro tra le milizie romane ghibelline dei Colonna, guidate da Giacomo de’ Pontani (o Ponziano), e l’esercito guelfo del re di Napoli Roberto d’Angiò, comandato da Giovanni e Gaetano Orsini. Lo scontro avvenne il 29 settembre del 1327, nel giorno in cui si festeggia l’Arcangelo Michele, che è raffigurato accanto all’iscrizione nell’atto di sottomettere il drago. Il testo ricorda l’insperata vittoria ghibellina e, dunque, la salvezza dal dominio straniero: «L’anno 1327, indizione XI, nel mese di settembre, il penultimo giorno, festa di S. Michele, entrò gente straniera in città e fu sconfitta dal popolo romano, essendo Jacopo de’ Ponziani capo del rione».
Arcangelo Michele, graffito su porta Appia1. Arcangelo Michele, graffito su porta App Iscrizione in caratteri gotici, porta Appiaia 2. Iscrizione in caratteri gotici, porta Appia
Stemma marmoreo di papa Urbano VIII
Lo stemma marmoreo con iscrizione, analogo al precedente, testimonia il restauro di questa torre dovuto all’intervento di Papa Urbano VIII nell’anno 1623.
Stemma marmoreo di papa Urbano VIII1. Stemma marmoreo di papa Urbano VIII
Stemma marmoreo di papa Alessandro VII
Lo stemma marmoreo con iscrizione testimonia l’intervento di Papa Alessandro VII, che sostituì il camminamento originale, solo in minima parte conservato, con un muro a scarpa, in cui vennero aperte nel XIX secolo nove feritoie per i fucilieri.
Stemma marmoreo di papa Alessandro VII 1. Stemma marmoreo di papa Alessandro VII
Speco dell’acquedotto Antoniniano
In corrispondenza di via Talamone le Mura cambiano direzione. In origine correva in questo punto l’acquedotto antoniniano, derivazione dell’Aqua Marcia realizzata da Caracalla per portare acqua alle sue Terme, la cui costruzione fu iniziata nel 212 d. C.
II terreno era più alto dell’attuale e l’acquedotto, per un tratto sotterraneo, proseguiva da qui su arcate e superava la via Appia con il cosiddetto ‘Arco di Druso’, per poi raggiungere le Terme. Con la costruzione delle Mura Aureliane il canale dell’Aqua Marcia incrociò le Mura e fu inglobato all’interno di questa torre. Nei primi anni dell’Ottocento il terreno fu abbassato di circa 4 metri per tracciare la strada esterna lungo tutto il circuito difensivo, le arcate dell’acquedotto furono distrutte e fu lasciato in vista alla base della torre il suo speco (condotto), legato a una struttura di piccoli blocchi squadrati di peperino, forse una piscina limaria.
Lo stemma marmoreo con iscrizione, analogo al precedente, testimonia il restauro di questo tratto di Mura dovuto all’intervento di Papa Pio IV nell’anno 1562.
Stemma marmoreo di papa Pio IV1. Stemma marmoreo di papa Pio IV
Stemma marmoreo di papa Pio IV
Lo stemma marmoreo con iscrizione testimonia il restauro di questo tratto di Mura dovuto all’intervento di Papa Pio IV nell’anno 1562.
Stemma marmoreo di papa Pio IV1. Stemma marmoreo di papa Pio IV
Stemma marmoreo di papa Pio II
Lo stemma marmoreo con iscrizione testimonia il restauro di questo tratto di Mura dovuto all’intervento di Papa Pio II (1458 – 1464)
Stemma marmoreo di papa Pio II1. Stemma marmoreo di papa Pio II