Itinerario 6. Da Porta Ostiense al Tevere / 600
Itinerary 6. From Porta Ostiense to Tevere / 602
Torre su lungotevere Testaccio
Presso l’ex Mattatoio, sul greto del fiume, si nota una breve porzione di mura, che conserva una torre restaurata nell’VIII-IX sec.. Si tratta dell’unico tratto parallelo alle sponde del Tevere sopravvissuto alle demolizioni per la realizzazione del raccordo ferroviario meridionale agli inizi del ‘900. Dai riscontri cartografici, conservava fino al XVI secolo ancora 18 torri, in gran parte ridotte a rudere, e il camminamento interno individuabile da una serie di arcuature.
Torre su lungotevere Testaccio1. Torre su lungotevere Testaccio
Iscrizione relativa ai restauri di Alessandro Lante nel 1804
Murata sul braccio che collegava le mura al Tevere, la lapide, posta dal tesoriere pontificio Alessandro Lante, si trova nel tratto di muro, oggi gravemente compromesso, che collega la cinta al Tevere. Il testo dell’iscrizione, in caratteri capitali, è il seguente: Pius VII P M /Alexandro Lante / Publici Aerarii Praefecto / MDCCCIV.
Iscrizione relativa ai restauri di Pio VII1. Iscrizione relativa ai restauri di Pio VII
Cimitero del Commonwealth (Rome War Cemetery)
Istituito nel 1947 nell’area demaniale anticamente denominata “prati del popolo romano”, custodisce le spoglie di 426 soldati del Commonwealth caduti durante la seconda guerra mondiale in parte sul territorio della città di Roma, in parte provenienti dalla provincia, oltre ad alcuni aviatori e soldati morti in prigionia. La gestione e la manutenzione sono a cura della Commonwealth War Graves Commission, un’organizzazione intergovernativa di sei Stati membri indipendenti.
Cimitero del Commonwealth1. Cimitero del Commonwealth
Cimitero Acattolico
L’area funeraria, riservata ad individui non cattolici è attestata fin dal 1716. Poiché le norme ecclesiastiche vietavano la sepoltura in terra consacrata a protestanti, ortodossi ed ebrei, papa Clemente XI concesse per primo la collocazione delle tombe di membri inglesi della Corte Stuart in esilio, permesso poi esteso anche a giovani viaggiatori deceduti durante il compimento del Grand Tour. Nel 1821 il papa concesse un ampio lotto di terreno adiacente alla zona più antica per costruire il “cimitero nuovo”, mentre l’ultimo degli ampliamenti risale al 1894, con l’acquisto da parte dell’Ambasciata di Germania di circa 4.300 mq di terreno, sul quale venne eretta nel 1808 una cappella. Tra i più eminenti artisti, scrittori, studiosi qui sepolti ricordiamo: John Keats, Percy Shelley, Antonio Gramsci, Carlo Emilio Gadda, August von Goethe, Andrea Camilleri. Nel 1918 fu dichiarato Zona Monumentale d’Interesse Nazionale.
Cimitero Acattolico1. Cimitero Acattolico
Stemmi di Niccolò V (1447-1455)
Tre torri portano lo stemma del pontefice (M3, M4, M5), a cui sono attribuibili i restauri delle strutture prevalentemente in tufo. Le torri presentano merlature molto pronunciate, una conformazione a “scudo”, prive cioè del lato della camera superiore rivolto verso l’interno della città e basamento leggermente inclinato (“a scarpa”) per resistere meglio alle armi da fuoco.
Torri di Niccolò V su via del Campo Boario1. Torri di Niccolò V su via del Campo Boario
Memoriale dell’8 settembre 1943
La colonna onoraria è stata spostata in questa posizione da piazza di Porta Capena, dove si trovava, l’8 settembre 2011. Il monumento commemora i 417 soldati di vari corpi d’armata caduti durante i combattimenti. Fra le iscrizioni poste sulle mura, la prima è una targa posta dai partigiani nel 1947 che ricorda la strenua difesa di militari e civili contro il “tedesco invasore”. Sotto di questa è una lapide in ricordo delle vittime del terrorismo collocata nel 1980. Al 1990 risale una lapide celebrativa delle donne romane impegnate nei tre giorni di eroica resistenza. Infine un’iscrizione in lingua inglese ricorda lo sbarco degli alleati ad Anzio il 4 giugno del 1944. È stata dedicata a 40 anni dall’evento dall’Associazione del reparto statunitense-canadese First Special Service Force.
Iscrizioni commemorative dell’8 settembre 19433. Iscrizioni commemorative dell’8 settembre 1943
Posterula
L’apertura ad arco oggi esistente in corrispondenza della via basolata ricalca il sito di un’antica posterula, murata e poi demolita nel 1888 per il prolungamento di via Marmorata, mai realizzato. Il muro rimase demolito probabilmente fino al 1930, quando venne ricostruito per delimitare nuovamente l’area del vicino Cimitero Acattolico.
Posterula vicino alla Piramide Cestia1. Posterula vicino alla Piramide Cestia
Piramide Cestia
Sepolcro a forma di piramide di Caio Cestio, membro del Collegio dei septemviri epulones (organizzatori dei banchetti pubblici). Testimonianza della moda egittizzante diffusasi con la conquista dell’Egitto (30 a.C.), fu costruito tra il 18 e il 12 a.C. in meno di 330 giorni per mandato testamentario. Erano presenti anche due sculture bronzee, finanziate con la vendita degli Attalica, preziose stoffe intessute d’oro, con le quali il committente voleva essere seppellito. La volontà del defunto non poté tuttavia essere esaudita, a seguito della promulgazione nel 18 a.C. della lex Iulia sumptuaria che proibì l’ostentazione del lusso.
La Piramide Cestia vista dal Cimitero Acattolico1. La Piramide Cestia vista dal Cimitero Acattolico
Porta Ostiense
La porta, una delle meglio conservate delle mura di Aureliano, fu aperta in corrispondenza della porta Raudusculana del recinto serviano; era nota come Porta Ostiensis già a partire dal IV sec.d.C. e più tardi fu chiamata anche Porta Sancti Pauli, dalla prossimità con la Basilica di San Paolo fuori le Mura, alla quale era collegata da un lungo porticato. Nella sua prima fase la porta presentava due ingressi rivestiti in pietra da taglio ed inquadrati da torri a pianta semicircolare; il fornice occidentale permetteva il passaggio della via Ostiense mentre quello orientale, nel versante interno della città, dava origine al Vicus Portae Raudusculanae.
All’epoca dell’imperatore Massenzio (306/312 d.C.) fu corredata da una controporta, anch’essa a due fornici, mediante l’innesto di due muri a tenaglia, in questa fase vennero anche rifoderate le basi delle torri con il tipico paramento in opera listata ed agli estremi delle pareti della controporta, furono ricavate due scale di accesso all’attico ed al cammino di ronda. In questa fase probabilmente fu anche realizzato un secondo piano.
Con Onorio la porta esterna fu ridotta ad un solo arco, venne ampliata la camera di manovra che fu anche illuminata da sei finestre, le torri furono rialzate, rinforzate all’esterno con blocchi di travertino e dotate di un terzo piano; all’esterno i vari piani furono marcati con cornici realizzate da mensole di marmo e ricorsi di mattoni.
Successivamente, a partire dall’ età bizantina, alcune finestre dell’attico furono chiuse, altre sostituite con strette feritoie e nella torre orientale con la chiusura di due finestre, fu ricavata una cappella, riconosciuta come la “cella muroniana” ricordata da alcuni testi medioevali, un piccolo eremo dei monaci greci che risiedevano in questo versante della città. I resti di affreschi più notevoli tra quelli ancora visibili, si trovano nella torre orientale e sono databili al XIII–XIV secolo, è riconoscibile una Madonna con Bambino sullo sfondo di una porta muraria. Le tracce dell’uso sacro degli ambienti superiori della porta e delle torri sono riconoscibili anche nel locale della saracinesca, nella torre occidentale e sulla terrazza che si apre sulla galleria tra le torri, qui sono visibili due costruzioni medioevali che fungevano da atri d’ingresso alle torri stesse.
Nella corte, dove era il corpo di guardia, a partire dal V ed almeno fino al XV secolo venne esercitata anche la funzione della riscossione del pedaggio di transito, nell’ultimo periodo appaltata ai privati; ancora oggi all’interno della porta San Paolo è conservata la c.d. Casina del Dazio, costruita nel 1749, sulla cui facciata sono due medaglioni con affreschi rappresentanti l’Annunciazione e la Vergine con Bambino ed un santo. Un’altra edicola, con arco a tutto sesto sostenuto da colonnine marmoree poggianti su mensole, sul fronte interno della porta, include un affresco databile tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo rappresentante San Pietro che secondo la tradizione, transitò da qui per recarsi al martirio.
La porta Ostiense fu restaurata numerose volte anche in età moderna: tra gli interventi più notevoli si ricorda il restauro di Niccolò V nel 1451, realizzato col denaro proveniente dal Giubileo dell’anno precedente e quello di Benedetto XIV, che a partire dal 1749 intervenne su tutta la cinta muraria, ricordato da un’epigrafe posta alla base della torre orientale. Del 1663 è il restauro di papa Alessandro VII del cui stemma in stucco rimangono ancora alcune tracce sull’arco della porta.
Per agevolare il traffico sempre più intenso in questa zona, negli anni Venti del secolo scorso, la porta fu isolata dalle Mura nel versante orientale; nei bombardamenti del 1944 andò distrutto il tratto di collegamento con la Piramide Cestia, dove si apriva anche una posterula visibile nelle foto d’epoca. Qui in seguito fu realizzata una strada intitolata a Raffaele Persichetti caduto negli scontri con le truppe nazifasciste.
Porta Ostiense è legata a numerosi eventi storici, tra i principali vanno ricordati l’ingresso a Roma dei Goti di Totila, dopo il tradimento degli Isauri, nel 549 d.C. e gli scontri dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 quando i civili e le truppe italiane cercarono di impedire l’occupazione nazifascista di Roma. Le lapidi commemorative degli eventi della Resistenza sono affisse sul tratto di mura che fiancheggia la Piramide.
I locali all’interno della porta furono nel 1942 adibiti a studio privato, e nel 1954 furono aperti al pubblico, dopo l’allestimento del Museo della via Ostiense, frutto della felice collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza archeologica di Ostia Antica.
Il restauro più recente del complesso è stato effettuato dalla Sovraintendenza Comunale in occasione del Grande Giubileo del 2000.
C.B. SIMELLI, Porta Ostiense, prospetto esterno, 1864-1866Porta Ostiense, prospetto esternoPorta Ostiense, prospetto internoPorta Ostiense, prospetto internoPorta Ostiense, veduta della torre ovestPorta Ostiense, camminamento, livello 1 1. C.B. SIMELLI, Porta Ostiense, prospetto esterno, 1864-1866 2. Porta Ostiense, prospetto esterno 3. Porta Ostiense, prospetto interno 4. Porta Ostiense, prospetto interno 5. Porta Ostiense, veduta della torre ovest 6. Porta Ostiense, camminamento, livello 1