Lapidi di restauri ottocenteschi

Due lapidi (entrambe poco leggibili) ricordano altrettanti interventi di restauri ottocenteschi sotto Pio IX diretti da Virginio Vespignani, dovuti a frane per cedimenti del colle. La prima nella cortina di unione tra l’undicesimo e il dodicesimo bastione è datata 1858. La seconda lapide sull’ampia faccia del tredicesimo bastione risale al 1870 ed è probabilmente l’ultima testimonianza di questo genere attribuibile all’epoca del potere temporale della chiesa.

Sul paramento murario si può osservare, sia per il colore dei mattoni che per la trama, l’interruzione della cortina seicentesca e l’inizio di quella ottocentesca: la cortina seicentesca, povera di malta di giunzione anche perché non interessata da lavori di restauro per parecchi anni, è di colore chiaro, con prevalenza di mattoni gialli cui sono alternati mattoni rosati, posata prevalentemente di taglio, con interruzioni regolari di mattoni di testa. La cortina ottocentesca, rosata, con malta di giunzione violacea, ha una tessitura regolare con alternanza di un mattone di taglio e uno di testa, detta “alla gotica”.

Monumento a Giuseppe Garibaldi

In corrispondenza del sovrastante piazzale su cui si erge il monumento a Giuseppe Garibaldi sono visibili una posterula murata e piuttosto affossata e una targa a ricordo dei lavori di restauro effettuati nel 1849 nei pressi di porta San Pancrazio.

Stemma di Urbano VIII

Edicola di Sant’Andrea

Aggirato il primo bastione a sinistra dalla porta (il nono) la cinta ospita un’edicola in travertino, contenente la statua di Sant’Andrea, commissionata da Pio IX per ricordare il luogo del ritrovamento della reliquia della testa del santo, trafugata nel 1848 dalla Basilica di San Pietro, e qui riscoperta circa un mese dopo.

Lapidi di Pio IX e del Comune di Roma

Poste a destra della posterula sono da segnalare due importanti lapidi ottocentesche che recano testimonianza dei combattimenti del 1849, collocate esattamente dove venne aperta una consistente breccia. La prima a destra, coronata dagli stemmi di Pio IX, del Comune di Roma e della famiglia Odescalchi, documenta gli immediati restauri del 1850 dei bastioni bombardati dai francesi, curati dal Comune di Roma e diretti da Luigi Poletti.

La seconda lapide a sinistra quasi una ripicca (anche linguistica) di tono assolutamente opposto, risalente al periodo immediatamente successivo alla caduta del potere temporale, posta il 4 giugno 1871, coronata dallo stemma del Comune di Roma, testimonia i caduti della Repubblica Romana durante l’assedio francese e costituisce una delle prime testimonianza di Roma Capitale delle memorie garibaldine.

Posterula di Villa Sciarra

A metà circa tra il sesto e settimo bastione si apre una posterula, utilizzata come ingresso secondario a villa Sciarra: passare per questo accesso dà un’idea dello spessore, veramente notevole, della base del muro.

La Madonna del Fortino

All’incrocio tra via Aurelio Saffi e viale delle Mura Gianicolensi, dove termina la Scala di Righetto, uno slargo ospita la Madonna cosiddetta “del Fortino”, realizzata nel 1954 per proteggere la collina del Gianicolo.

Galleria Antiaerea

In corrispondenza della prima curva a sinistra di viale Aurelio Saffi è visibile una galleria scavata sotto il muro, adibita in tempi bellici a rifugio antiaereo.

Stemmi di Urbano VIII Barberini

Lungo il tratto costeggiato da viale delle Mura Portuensi, non particolarmente elevato a causa dell’innalzamento del livello stradale, sono visibili alcuni stemmi di Urbano VIII.

Casa della Gioventù Italiana del Littorio (ex Gil)

Percorrendo viale delle Mura Portuensi si scorge oltre le mura una delle opere più significative del razionalismo italiano: la Casa della Gioventù Italiana del Littorio (ex Gil), realizzata nel 1934-36 dall’architetto Luigi Moretti. Sempre all’interno delle mura è da segnalare un altro edificio degli anni Trenta: il Dopolavoro dei Monopoli di Stato (ora cinema Nuovo Sacher) di Ettore Rossi.

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