Itinerario 9. Mura Urbaniane da Porta Portese a Porta Cavalleggeri / 653
Itinerary 9. Mura Urbaniane from Porta Portese to Porta Cavalleggeri / 655
Arsenale Pontificio
Tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII tutta l’area divenne centro di svariati insediamenti legati al traffico fluviale: nella parte interna possiamo notare la Casa del Dazio e il porto di Ripa Grande (1), che era il principale approdo del Tevere, di fronte all’antico Emporium, mentre subito fuori Clemente XI fece costruire, nel 1714, il nuovo “Arsenale pontificio” (2), destinato alla manutenzione del naviglio fluviale commerciale del papa, rimasto in funzione fino alla fine del XIX secolo quando, con la costruzione dei muraglioni sul Tevere, tutte le attività legate al fiume si dissolsero.
Arsenale pontificio a Porta Portese, 1930 – 1970, gelatina bromuro d’argento1. Arsenale pontificio a Porta Portese, 1930 – 1970, gelatina bromuro d’argento
Porto di Ripa Grande
Porto di Ripa Grande, veduta verso Ponente. Acquaforte. Giuseppe Vasi, 17861. Porto di Ripa Grande, veduta verso Ponente. Acquaforte. Giuseppe Vasi, 1786
Viale Trastevere (già viale del Re)
Veduta di viale del Re con le mura urbane nei pressi di porta Portese, 1932-1944, gelatina1. Veduta di viale del Re con le mura urbane nei pressi di porta Portese, 1932-1944, gelatina
Ponte Sublicio
Ponte Sublicio realizzato da Marcello Piacentini nel 1914-19191. Ponte Sublicio realizzato da Marcello Piacentini nel 1914-1919
Porta Cavalleggeri
Porta Cavalleggeri fu aperta da Nicolò V (1447 – 1455) sul tracciato della Civitas Leonina, la cinta difensiva dell’area vaticana che il pontefice Leone IV aveva fatto costruire in seguito al saccheggio della basilica di San Pietro da parte dei Saraceni nell’846. Conosciuta nella seconda metà del Quattrocento come porta Turrionis, era caratterizzata dalla presenza del grosso torrione semicircolare risalente al circuito altomedievale, ancora visibile nei pressi della Galleria Amedeo di Savoia, anche se in un contesto ormai alterato dalla viabilità moderna.
La denominazione porta Cavalleggeri si attesta sotto il pontificato di Pio IV Medici (1559 – 1565) per la vicinanza della caserma delle guardie Cavalleggeri, il corpo militare con compiti di guardia della residenza pontificia e delle cerimonie solenni.
Lo stesso pontefice arricchì il fronte esterno con una fontana abbeveratoio alimentata dall’Acqua Lancisiana e, sul muro sovrastante la vasca, sono ancora leggibili le epigrafi e gli stemmi che ricordano la sua realizzazione nel 1565 per utilità e comodo del corpo di guardia dei Cavalleggeri e il suo restauro nel 1713 a opera di Clemente XI.
Ricostruita da Alessandro VI Borgia nel corso dei lavori di fortificazione intrapresi per l’Anno Santo del 1500, la porta presentava una mostra a bugnato singolo sormontato in chiave dallo stemma del pontefice.
Sotto Paolo III Farnese, nell’ambito dell’imponente opera di potenziamento difensivo della città, seguita al saccheggio del 1527, porta Cavalleggeri divenne nodo di congiunzione tra le Mura Vaticane e il nuovo circuito che si andava progettando alle pendici settentrionali del Gianicolo, poi definitivamente realizzato negli anni Quaranta del Seicento da Urbano VIII Barberini, nel tracciato che da porta Cavalleggeri passava per porta San Pancrazio e arrivava a porta Portese.
Fu tra le porte principali che rimasero aperte anche nel 1656 quando, a causa della peste, la Congregazione di Sanità ordinò di chiudere gran parte degli accessi e di limitare l’ingresso in città.
Luogo strategico di accesso dall’Aurelia, la porta, nel 1849, fu teatro di scontro tra i soldati della Repubblica Romana e le truppe francesi.
Nel 1890, insieme a porta Angelica, venne demolita per le nuove esigenze di viabilità. La decorazione architettonica, gli stemmi, le iscrizioni e la fontana vennero risparmiate e collocate nel tratto di Mura adiacente. In quella occasione la vasca abbeveratoio fu sostituita da un antico sarcofago di reimpiego.
F. CICCONETTI, Mura Leonine e Porta Cavalleggeri, 1874G. VASI, Porta Cavalleggieri olim Posterula, 1747G.B. CIPRIANI, Porta Cavalleggieri – Posterula, 1817Fontana sarcofago di Porta Cavalleggeri, 1565G. GASTALDI, Facies Exterior Porta Posterula vulgo Porta Cavalliggieri, 1684Porta Cavalleggeri, 1870Fontana di Pio IV ricostruita presso l’arco di Porta Cavalleggeri, 1938 – 19411. F. CICCONETTI, Mura Leonine e Porta Cavalleggeri, 1874 2. G. VASI, Porta Cavalleggieri olim Posterula, 1747 3. G.B. CIPRIANI, Porta Cavalleggieri – Posterula, 1817 4. Fontana sarcofago di Porta Cavalleggeri, 1565 5. G. GASTALDI, Facies Exterior Porta Posterula vulgo Porta Cavalliggieri, 1684 6. Porta Cavalleggeri, 1870 7. Fontana di Pio IV ricostruita presso l’arco di Porta Cavalleggeri, 1938 – 1941
Porta Portese
Porta Portese, posta a pochi metri dall’odierno ponte Sublicio, fu realizzata nel 1644 nell’ambito della costruzione del sistema difensivo del Gianicolo e di Trastevere durante la guerra di Castro, a circa 500 metri più a monte rispetto all’antica Porta Portuensis del circuito di Aureliano. Quest’ultima, rimasta fuori dal nuovo tracciato e perdendo così il suo scopo difensivo, venne demolita nel 1643 e i suoi materiali riutilizzati per la costruzione del nuovo accesso.
La porta, edificata durante il pontificato di Urbano VIII Barberini sotto la direzione del cardinale Vincenzo Maculano da Fiorenzuola su progetto di Marcantonio De Rossi e del suo collaboratore Giulio Buratti, fu portata a conclusione sotto Innocenzo X Pamphilj, come attesta lo stemma di famiglia, con i gigli e la colomba con un ramo d’ulivo, che campeggia sopra l’arco centrale.
La porta è priva delle classiche torri laterali e presenta verso l’esterno della città un prospetto architettonico monumentale in travertino che reinterpreta il modello sangallesco della porta Santo Spirito: un grande fornice centrale, affiancato da quattro colonne doriche impostate su un alto stilobate e da due nicchie. L’attico è coronato nelle parti aggettanti da parapetti a giorno che fungono da balaustrata del cammino di ronda, al posto del normale camminamento merlato.
Per la sua prossimità al porto di Ripa Grande, questo ingresso aveva una funzione prettamente commerciale, come dimostra anche la presenza di strutture di servizio quali l’arsenale pontificio e la casa del dazio ancora visibili. La porta costituiva anche un punto di passaggio molto frequentato dai pellegrini che, giunti dal mare, risalivano il fiume per poi raggiungere il Vaticano attraverso Trastevere, passando per le porte Settimiana e Santo Spirito.
Proprio per le aumentate esigenze di viabilità questo tratto di Mura è stato rimaneggiato nei primi decenni del ‘900: nel 1901 vengono rimossi gli infissi della porta ormai deteriorati e nel 1922 viene redatto un progetto per l’apertura di un nuovo fornice. Attualmente accanto alla porta sono presenti due passaggi, uno carrabile e uno più piccolo pedonale e ciclabile.
Ambito romano, Porta Portese, prima metà del XVIII secoloG. VASI, Altra veduta di Ripa Grande verso Ponente, 1786G. M. CASSINI, Porta Portese, seconda metà del XVIII secoloPorta Portese, veduta esterna1. Ambito romano, Porta Portese, prima metà del XVIII secolo 2. G. VASI, Altra veduta di Ripa Grande verso Ponente, 1786 3. G. M. CASSINI, Porta Portese, seconda metà del XVIII secolo 4. Porta Portese, veduta esterna
Porta San Pancrazio
PORTA AURELIA – SAN PANCRAZIO
Porta San Pancrazio è situata alla sommità del Gianicolo e sostituisce l’antica porta Aurelia che si apriva lungo il perimetro delle Mura Aureliane, in posizione leggermente diversa rispetto a quella odierna. Doveva il nome alla via Aurelia, che si dirigeva a nord-ovest verso la costa tirrenica per poi raggiungere la Liguria. Già nel VI secolo fu più nota come porta San Pancrazio per la vicinanza con la tomba del martire cristiano Pancrazio, a cui fu dedicata la basilica posta poco fuori delle mura.
L’aspetto della porta di epoca romana è oggi ricostruibile dalle fonti iconografiche anteriori alla metà del XVII secolo. É probabile che avesse un solo fornice, rivestito di blocchi di travertino, fiancheggiato da due torri quadrangolari e che fosse dotata di una controporta.
Con la costruzione della cinta muraria voluta da papa Urbano VIII (1623-1644), innalzata a protezione di tutto il Gianicolo dal Vaticano a Trastevere, la porta originaria fu sostituita da una nuova con fronte architettonico in travertino, in posizione appena più avanzata e con un’angolazione leggermente diversa. Tuttavia la nuova porta seicentesca non ebbe miglior fortuna di quella antica perché venne demolita insieme ai tratti attigui della cinta difensiva dalle cannonate francesi durante i combattimenti per la Repubblica Romana del 1849.
Terminata la guerra, papa Pio IX dispose subito il restauro delle fortificazioni danneggiate e la ricostruzione della porta, affidandone la realizzazione all’architetto Virginio Vespignani. All’interno erano compresi ambienti per il presidio e per la riscossione del dazio.
Questa terza struttura è quella che ancora oggi vediamo: massiccia costruzione a tre piani, di forma quadrata, che prende spunto dall’arco trionfale. L’iscrizione sull’attico del fronte esterno ricorda le vicende relative alla rovina della porta di Urbano VIII e la ricostruzione di Pio IX, rappresentati rispettivamente dallo stemma Barberini e Mastai. Altri danni vennero arrecati durante la presa di Roma del 1870, quando entrarono le truppe guidate da Nino Bixio.
Attualmente la porta si presenta del tutto isolata: infatti all’inizio del ‘900 per ragioni di viabilità furono aperti dei varchi sulle Mura, inizialmente chiusi da cancellate.
G. VASI, Porta San Pancrazio e tratto di mura adiacenti, 1747 circaeD. AMICI, K. F. H. WERNER, Porta San Pancrazio, 1849G. CLETER, P. CACCHIATELLI, Porta San Pancrazio, 1870 circaF. CICCONETTI, Veduta del Gianicolo con Porta San Pancrazio e la Mostra dell’Acqua Paola, ante 1874R. LUCIGNANI, Porta San Pancrazio, 1860-1880 circaPorta San Pancrazio, prospetto internoPorta San Pancrazio, prospetto esternoPorta San Pancrazio, prospetto esterno, particolare stemma Urbano VIIIPorta San Pancrazio, prospetto esterno, particolare stemma di Pio IX1. G. VASI, Porta San Pancrazio e tratto di mura adiacenti, 1747 circa 2. D. AMICI, K. F. H. WERNER, Porta San Pancrazio, 1849 3. G. CLETER, P. CACCHIATELLI, Porta San Pancrazio, 1870 circa 4. F. CICCONETTI, Veduta del Gianicolo con Porta San Pancrazio e la Mostra dell’Acqua Paola, ante 1874 5. R. LUCIGNANI, Porta San Pancrazio, 1860-1880 circa 6. Porta San Pancrazio, prospetto interno 7. Porta San Pancrazio, prospetto esterno 8. Porta San Pancrazio, prospetto esterno, particolare stemma Urbano VIII 9. Porta San Pancrazio, prospetto esterno, particolare stemma di Pio IX