La pittura della Vergine con Bambino dipinta sul muro soprastante l’accesso alla terza torre, attribuita al XV secolo, è stata messa in relazione alla presenza di un eremita che avrebbe utilizzato il torrione come romitorio. L’ipotesi sembra avvalorata dai cardini di una porta ancora visibili, atti, evidentemente, ad isolare l’ambiente dal camminamento. Si tratterebbe di uno dei tanti eremiti che a partire dall’età medievale popolarono le Mura Aureliane e altri ruderi antichi della città. Oratori, romitori e immagini devozionali poste come ex voto e a tutela dei luoghi, le cosiddette “Madonnelle”, si distribuirono a partire dal XIII secolo lungo le Mura e in particolare nelle torri. Si tratta di un’espressione del culto popolare di cui rimangono le testimonianze iconografiche e letterarie.
Gli Atti di San Domenico (XIII secolo), narrano, ad esempio, la storia di una donna di nome Bona che si era ritirata a vivere in una torre delle Mura Aureliane, presso la basilica di S. Croce in Gerusalemme. Nel XVI secolo, fra’ Mariano da Firenze tramanda il ricordo di una torre presso la stessa basilica dove abitò San Francesco, come in un eremo. Di altre immagini sacre oggi perdute o non più identificabili rimangono le annotazioni di Francesco Randone (1864-1935), il Maestro delle Mura, che vide “frati oranti” rappresentati in una torre in Corso d’Italia e la raffigurazione di un martire presso porta Maggiore. Recenti scavi nell’area di Porta Asinari hanno restituito un tratto di Mura con tracce di riutilizzo medievale, di prossima apertura al pubblico, tra le quali si inserisce una decorazione pittorica caratterizzata da motivi araldici e figurati. Di particolare interesse è l’immagine di un pellegrino.

Terza torre del camminamento di Porta San Sebastiano.
