Itinerario 7. Le Mura Aureliane di Trastevere / 705
Itinerary 7. Mura Aureliane in Trastevere / 707
Torre nel giardino delle suore “Figlie di Sion” (Lungotevere della Farnesina, 7).
Dal Lungotevere è possibile vedere l’ultima delle torri conservate dopo il taglio eseguito per la realizzazione dei muraglioni del Tevere. La torre si conserva per tutta la sua altezza e presenta oggi una copertura moderna. Nella camera superiore si aprono otto finestre e si conservano ancora i due passaggi con protiro che davano accesso al camminamento superiore. Anche l’interno di questa torre, pesantemente rimaneggiato in epoca moderna, non è al momento visitabile.
Torre delle Suore di S. Giuseppe1. Torre delle Suore di S. Giuseppe
Torre di Vicolo Moroni
Da vicolo Moroni è possibile vedere la fronte interna della prima delle due torri conservate delle Mura Aureliane. La struttura, conservata fino all’altezza della camera del secondo piano, presenta ancora ben riconoscibili sul lato sud le tre finestre della camera superiore. La torre è stata molto danneggiata da utilizzazioni moderne che hanno modificato l’assetto interno e non è al momento visitabile.
Torre di Vicolo Moroni1. Torre di Vicolo Moroni
Chiesa di Santa Dorotea (Via di Santa Dorotea).
La settecentesca chiesa di S. Dorotea sostituì un più antico edificio documentato già dal 1123, quando la chiesa era dedicata a S. Silvestro, denominazione che nel 1443 venne mutata in San Silvestro e Santa Dorotea. Ricostruita una prima volta nel 1475, venne demolita e ricostruita completamente nel 1756. Il progetto venne affidato a Giovanni Battista Nolli, famoso topografo settecentesco, al quale si deve la realizzazione di una pianta misurata della città di Roma, che tuttora costituisce un caposaldo per gli studi di topografia romana. La mappa, oltre alla precisa indicazione di strade e monumenti, riporta la nuova divisione in quattordici Rioni voluta da Benedetto XIV nel 1744: questa suddivisione portò alla realizzazione delle targhe rionali, alcune delle quali ancora presenti nelle strade della città. Il Nolli venne sepolto sotto l’altare maggiore e, a memoria della sua opera, è ricordato con una bella lapide affissa sulla parete destra della chiesa.
Achille Pinelli, S.a Dorotea passato Ponte Sisto religiosi conventuali, acquerello (1834) (foto museo di Roma)8. Achille Pinelli, S.a Dorotea passato Ponte Sisto religiosi conventuali, acquerello (1834) (foto museo di Roma)
Mura aureliane a Villa Farnesina (via della Lungara, 230).
All’interno del giardino della Villa Farnesina (visitabile solo su richiesta) si trova il tratto meglio conservato della porzione settentrionale delle Mura Aureliane del Trastevere. La struttura difensiva costituisce il confine meridionale della proprietà. Si conserva un tratto di mura lungo circa 80 metri nel quale sono ancora ben visibili due torri conservate fino all’altezza del camminamento superiore. Il lungo tratto è relativo alla parete esterna della fortificazione da cui aggettano le due torri superstiti. La parte bassa della muratura mostra un rinforzo con una struttura a grossi blocchi di tufo delimitata in alto da una cornice di mattoni sagomati e stuccati forse di epoca rinascimentale. I due bassi edifici addossati alla muratura e realizzati in parte con materiale antico vennero forse costruiti negli anni Trenta del Novecento.
Alle Mura si addossa una piccola fontana rinascimentale che imita una grotta naturale, incorniciata da un mosaico in pietre. Nel mezzo è una scultura femminile panneggiata nell’atto di sostenere una conchiglia semiaperta: benché pesantemente restaurata nella parte superiore si può identificare con una Afrodite del tipo di Siracusa, databile in epoca romana, che presenta però significative varianti che suggeriscono di identificarla con una ninfa. Nel giardino, inoltre, si trovano anche alcuni reperti romani provenienti probabilmente da scavi effettuati nella proprietà (capitelli corinzi, vasca di sarcofago strigilato riutilizzata come fontana, testa colossale di Tritone utilizzata come bocca d’acqua, sarcofago con Vittorie alate).
Mura aureliane nel giardino della Villa della Farnesina1. Mura aureliane nel giardino della Villa della Farnesina
Edicole di Porta Settimiana
Sui prospetti interno ed esterno della porta vennero realizzate due edicole devozionali il cui stato conservativo è oggi molto precario. Sul fronte interno, a sinistra si trova l’edicola dell’Orazione nell’Orto, composta da un baldacchino ligneo posto a protezione dell’affresco nel quale è raffigurato il Cristo inginocchiato che guarda verso un angelo in alto a destra che gli mostra i simboli della Passione (croce e calice). Ai piedi di Cristo dormono gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. L’affresco è opera di un ignoto artista della metà del Cinquecento. Sulla parete sinistra del lato esterno si trovava invece l’edicola della Sacra Famiglia: l’affresco è oggi scomparso ma, sulla base delle rare testimonianze grafiche e fotografiche, è stato attribuito al XVI secolo, con ritocchi successivi.
Porta Settimiana: edicola dell’Orazione nell’orto (foto CdR)1. Porta Settimiana: edicola dell’Orazione nell’orto (foto CdR)
Lapide di Gregorio XVI
Scendendo lungo via di Porta San Pancrazio l’andamento delle Mura è identificabile nel muro di cinta di Villa Corsini, oggi sede dell’Orto Botanico. Il muro, pesantemente restaurato, non presenta più tracce ascrivibili alla cinta difensiva. Alla fine della scalinata si trova una lapide di papa Gregorio XVI al quale si deve un restauro della struttura muraria nel 1846. Da qui in poi il tracciato delle Mura è inglobato all’interno dell’orto Botanico e di proprietà private fino a porta Settimiana.
Lapide di Gregorio XVI (foto S. Serra)1. Lapide di Gregorio XVI (foto S. Serra)
Lapidi commemorativa della città di Montevideo e dei garibaldini bulgari
All’inizio della Passeggiata del Gianicolo, accanto al taglio delle mura (difficilmente riconoscibile perché coperto da una cortina a mattoni moderna) si trovano due lapidi commemorative.
In quella più in alto un’iscrizione in bronzo, apposta nel 1928, recita: MONTEVIDEO/ALLA MADRE/DELLA LATINITA’/MCMXXVIII e vuole ricordare lo stretto legame tra la città uruguayana e Giuseppe Garibaldi che sul Gianicolo fu tra i protagonisti della difesa della Repubblica Romana nel 1849.
L’altra, collocata nel 1987, commemora i garibaldini bulgari che combatterono nelle battaglie italiane per l’Indipendenza.
Lapidi di Montevideo e dei garibaldini bulgari (foto S. Serra)1. Lapidi di Montevideo e dei garibaldini bulgari (foto S. Serra)
Mostra dell’Acqua Paola (Fontanone del Gianicolo)
La Mostra dell’Acqua Paola venne realizzata , tra il 1608 e il 1612 per volere di Paolo V Borghese su progetto di Giovanni Fontana e Flaminio Ponzio come terminazione monumentale dell’acquedotto traiano, per la cui costruzione vennero utilizzati antichi. Dopo un intervento nel 1690 Alessandro VIII Ottoboni incaricò del restauro del monumento Carlo Fontana. Questi lavori modificarono in parte l’immagine dell’edificio, furono aperte le arcate del prospetto e fu inserito il bacino a bordo ribassato, in sostituzione delle originarie cinque vasche di granito. Successivamente, nel 1698 Monsignor Paolo Borghese, Presidente delle Acque, fece realizzare le colonnine collegate da sbarre di ferro a protezione del bacino.
Durante le battaglie per la difesa di Roma la fontana venne danneggiata dai cannoneggiamenti francesi del 1849 e venne restaurata nel 1859.
Il manufatto è sormontato da un attico, all’interno del quale sono sistemati i bottini dell’acqua che fuoriesce e ricade nell’ampio bacino antistante, di forma mistilinea. Nel prospetto principale si aprono cinque grandi arcate inquadrate da colonne su alto basamento. Le tre arcate centrali sono di maggiore ampiezza e al loro interno si trovano delle aperture rettangolari, mentre le due laterali più piccole, sono cieche. Al di sopra di queste corre un architrave con iscrizione. L’attico, infine, è quasi interamente occupato dalla grande lapide con iscrizione, mentre sulla sommità si trova una croce metallica tra due vasi.
Mostra dell’Acqua Paola o Fontanone del Gianicolo1. Mostra dell’Acqua Paola o Fontanone del Gianicolo
Villa Aurelia
Scendendo lungo via di San Pancrazio, sulla sinistra è ben visibile la bella struttura di Villa Aurelia. Realizzata nel Seicento dopo la costruzione della cinta urbaniana, utilizzò come base le strutture delle Mura Aureliane ancora in parte visibili. Il corpo quadrangolare aggettante all’estremità orientale dell’edificio ingloba con pesanti ristrutturazioni una torre della cinta aureliana; inoltre, è ancora ben riconoscibile un tratto di muratura che conserva un balcone sporgente sorretto da archetti a mattoni, realizzato per motivi difensivi. Su questo balcone, che ampliava lo stretto spazio del camminamento di ronda, dovevano trovare posto artiglierie che necessitavano ampio spazio di manovra come gli onagri di cui parla Procopio, sorta di catapulte per il lancio dei sassi.
Villa Aurelia da via Garibaldi (foto S. Serra)2. Villa Aurelia da via Garibaldi (foto S. Serra)
Torre tratto meridionale nel giardino delle Suore di Sion (viale Trenta Aprile)
Unica superstite del tratto meridionale, anche se molto restaurata, è una torre nel giardino delle Suore di Sion, visibile da viale XXX aprile: nel 1849 su questa torre erano trincerati i garibaldini che, con l’unico cannone a disposizione, cercarono – inutilmente – di fermare le preponderanti forze francesi del comandante Oudinot.
1. Torre nel giardino delle suore di Sion (foto S. Serra)